Se tu mi vedessi ora

18.12.2013 19:47

TRAMA

Se pensa alla propria vita, Elizabeth non può certo dirsi appagata: ora è diventata un affermato architetto ma fin da quando era all'università ha dovuto occuparsi della sorella Saoirse, una ragazza sbandata e incapace di badare a se stessa. Da qualche tempo poi deve anche prendersi cura di Luke, il nipotino di sei anni che Saoirse le ha lasciato "in eredità" per andarsene in giro chissà dove. Tra il lavoro da seguire, la sua vita perfettamente organizzata e l'impegno di vicemadre Elisabeth ha davvero poco tempo per sé. Finché nella sua vita entra il misterioso Ivan, un uomo gentile e affascinante che è diventato amico di Luke. accanto a lui Elizabeth si trasforma: si scioglie i capelli e impara a ridere, a ballare, a prendere la vita con leggerezza. L'amore è lo sbocco naturale, ma c'è qualcosa che lei non sa e che Ivan non ha il coraggio di confessarle, perché spezzerebbe il cuore della donna che ama, oltre al suo..

OPINIONE PERSONALE

È un libro molto strano che parla di Elizabeth, una donna schiacciata dalla vita di tutti i giorni, una zia che fa da madre al figlio della sorella che lei stessa ha dovuto fare crescere, poiché anche sua madre aveva abbandonato lei e la sorella, e mentre il padre continuava a sperare che tornasse, lei essendo la più grande aveva cresciuto la sorellina. Aveva conosciuto l'amore, anche se solo di sfuggita, perché quando lui voleva costruire un futuro insieme lei non poteva voltare le spalle alla sorella, che inspiegabilmente era spuntata con un bambino, quindi rinunciò a lui e fece la madre. Non era una persona socievole, si vestiva sempre con colori scuri, per apparire il più possibile responsabile, cucinava e puliva e si prendeva cura del nipote, ma mai aveva osato confortarlo o abbracciarlo, non ne era capace. Un giorno il nipote iniziò a vedere un amico immaginario di nome Ivan e lei iniziò a preoccuparsi, non voleva che il paese pensasse che lui come la madre fosse pazza, quindi lo incitava ad ammettere che non esisteva e a non farne più parola. Un giorno anche lei vide Ivan e iniziò a parlarle, ma non si rese conto che era un amico immaginario, credeva fosse una persona vera, e il nipote lo vedeva e ci parlava anche lui. Ivan inizio a insegnare ad aprirsi, a parlare, a giocare e a riaccendere la sua fantasia, rincominciò a vedere un mondo a colori, e a riscoprire sentimenti dimenticati. Lei si innamorò di Ivan e lui di lei, ma non potevano stare insieme, e lui lo capì, la lasciò andare, con la gratifica di averle insegnato non solo a vedere ma anche a credere, e seppure lei non potesse più vederlo, lui avrebbe vegliato e capì che anche lui aveva guadagnato qualcosa, tutto il tempo che lei le aveva concesso, non rimpiangiamo ciò che abbiamo perso, ringraziamo per averlo avuto. Questo libro fatto di vana fantasia nasconde un grande insegnamento, e poi chi non ha mai avuto un amico immaginario? E poi perché una volta ci credevamo tanto e crescendo lo chiamiamo così? Forse esistono, forse non esistono, ma se sono frutto della nostra immaginazione potrebbe essere che lo creiamo perché ne abbiamo bisogno, quindi ci aiutano, e forse fanno più delle persone reali, quindi forse sono più reali e meno visibili. Non lo sò ma questo libro insegna a credere, a sperare, a sognare...